Ho sempre fuggito le spiegazioni più banali. Ho sempre naturalmente diffidato quando la maggioranza delle persone e dell'opinione pubblica avevano una posizione netta su un fatto. Ho sempre cercato l'altro lato di quei fatti cosiddetti chiari. Ho sempre rigirato ognuno di questi generi di fatti nei minimi dettagli prima di aderire alla maggioranza. Se poi quella maggioranza era formata anche dalle Autorità, la riluttanza si trasformava in vera e propria lotta. Questo alcuni lo hanno definito "spirito di contraddizione", altri "attività da parolaio", ma al di là dei giudizi di valore o meno, che coinvolgono necessariamente l'opinione che si ha sulla mia persona, oggettivamente è stato utile a me e sicuramente ad altri per rafforzare le proprie posizioni rendendole soggette a criticità. Non sono rare le volte infatti che, dopo aver tentato in tutti i modi di ribaltare un giudizio, io mi sia arreso e alla fine sia stato conquistato da quello maggioritario, se ritenuto più convincente.
Oggi io scrivo in difesa dello Stato d'Israele. Uno Stato che, diamo per certo, ha, per diritto internazionale, legittimità di esistere. Si può contraddire questo, muovendo da diverse concezioni, ma nessuna di queste mi sembra condivisibile. Se una ve ne è di persuasiva questa è indubbiamente quella che muove dall'analisi che mentre tutti gli Stati contemporanei sono nati per processi storici "autonomamente", lo Stato di Israele è nato per accordi e volontà della comunità internazionale. Ma se si condivide l'idea di "forza", espressione allegerita della più antica e datata ma più esatta che è "violenza", allora nulla vi è di scandaloso in questa imposizione. Certo non meno di quella che è sottesa a tutti gli altri Stati. La Repubblica Italiana nasce per l'eroica lotta risorgimentale. Nasce da un atto di guerra da parte del Regno di Piemonte e Sardegna, nei confronti di altri Stati, in ultimo quello Pontificio. Per questo nasce legittimamente, e legittimamente la nostra Repubblica ha preteso di essere riconosciuta anche da quello Stato Pontificio, militarmente sconfitto nella guerra risorgimentale. Lo Stato di Israele, dicono gli anti israeliani (cosa diversa dagli antisemiti) è nato perchè i banchieri ebrei hanno cosi ottenuto corrompendo con i soldi la comunità internazionale e mistificando il dramma dell'Olocausto. Premesso che cosi non è, anche qualora cosi fosse stato, non vedo cosa vi sia di moralmente inferiore rispetto alle tradizionali forme con cui nascono gli altri Stati. Anzi, almeno all'origine, si è risparmiato lo spargimento di sangue. Semmai siamo in presenza del primo miracolo dell'era capitalista. Il discorso si farebbe lungo e non è questo che ora ci interessa.
Sia chiaro e detto in premessa: le migliaia di morti di questi giorni, soprattutto fra i palestinesi, scandalizzano e addolorano immensamente anche me. Addolorano soprattutto me che fra quei palestinesi più volte sono stato, ho parlato e condiviso momenti belli di cui poi dirò. Provo orrore davanti a bombardamenti di cielo o attacchi di terra nei confronti di civili inermi. Leggevo con dolore il bombardamento della scuola di Gaza e le reazioni delle vittime superstiti, tutti studenti palestinesi. Condivido che cosi facendo lo Stato d'Israele non stia reagendo al diretto aggressore, che è Hamas, ma stia facendo male solo alla popolazione e stia rinsaldando l'adesione di questa ad Hamas.
Tutto questo premesso, però, io dissento dalla demonizzazione a cui è soggetto lo Stato di Israele in questi giorni. Demonizzazione anche ad opera di Autorità religiose di altissimo livello come il Pontefice Romano della Chiesa cattolica, erede di altri pontefici che hanno perseguitato nella storia migliaia di ebrei, e che poichè criticato per scelte come la canonizzazione di Pio XII, su cui ho avuto modo di esprimermi, oggi con una desueta chiarezza prende posizioni nette contro questo comportamento.
Lo Stato di Israele si è trovato improvvisamente bombardato, con dei missili ,da Hamas: un gruppo estremista islamico incompatibile con la civiltà. Un gruppo estremista che legittimamente si pretende debba essere estirpato. Un gruppo estremista che anche gli Stati arabi mettono all'angolo, vuoi per interessi economici, vuoi per altro; fatto sta Hamas è un gruppo che neanche nel mondo mussulmano gode di stima. Hamas e Al Qaeda sarebbero la stessa cosa, se la seconda esistesse realmente cosi come ce la presentano. Di fatto però l'Occidente teme Al Qaeda, un'organizzazione dai contorni che sfumano, mentre ignora Hamas, solo perchè concentrata in una regione del mondo, con scopi particolartistici. Personalmente reputo più pericolosa Hamas di Al Qaeda. Anche se Hamas non ce l'ha con me, come invece mi dicono faccia Al Qaeda.
Ora io ricordo sempre con commozione l'ultima volta che andai a Gerusalemme. Durante la guerra con il Libano. Ricordo che, mentre passeggiavo su una collina, vidi due ragazzi, un ragazzo e una ragazza, ebrei, o meglio israeliani, abbracciati guardare il tramonto che anche io guardavo passeggiando. Il paesaggio già mi aveva suggerito quasi una estasi, e pertanto rimasi, a causa anche dello stato d'animo del tutto estasiato, suggestionato anche da questa immagine. In quel momento pensai: cosa hanno di diverso da me, per cui essi sono carnefici se all'improvviso vengono uccisi e la loro comunità reagisce con violenza contro il popolo di cui fanno parte quegli assassini?
Badate: non è la stessa cosa di un criminale qualunque che uccide due persone in Italia. Se quel criminale è un rom, nonostante i rigurgiti fascisti dei nostri politici, non avrebbe alcun senso che la Repubblica Italiana dichiarasse guerra alla Romania. Ma nel caso di un palestinese che uccide un israeliano è diverso. I palestinesi esigono che non esista uno Stato israeliano, perchè essi dicono che esso è un invasore. Allora io mi domando se davanti a questo atto, che assume giocoforza il significato di atto di guerra, con il proprio esercito quello Stato reagisce, dove sta lo scandalo? E' perfettamente in sintonia con la mentalità occidentale, con quelli che sono i capisaldi delle moderne democrazie.
Lo Stato di Israele, rappresenta inoltre, una moderna e compiuta democrazia. Diceva un mio professore che le basi della democrazia sono i soldi. Più soldi girano in una società più salda è la democrazia. Credo avesse ragione. Per questo io non enfatizzo il sistema democratico, mentre il mio professore si. Lo Stato di Israele è indubbiamente uno Stato ricco, per questo vi è solida democrazia. Ricordiamo che quello che da noi si chiama "avviso di garanzia", quando viene mandato da un politico, o ad una carica, israeliana, anche per fatti che saranno tutti da dimostrare, pone questioni rilevanti per tutta la società. Scuote moralmente le istituzioni, come recentemente è accaduto. Lo Stato di Israele ha insegnamenti da vendere. Per l'ordine, la pulizia, la disciplina e la civiltà. Per la coscienza morale dei suoi cittadini. Sia perchè essi sono ricchi, come dicevamo sopra, sia perchè io credo essi più di altri meritano uno Stato e la Democrazia, perchè l'hanno desiderata e la loro cultura è la madre del pensiero liberale e democratico moderno.
Posso testimoniare la loro "meritevolezza" io che sono stato solo per due volte ospite di quello Stato. Lo dovrebbero dire tutte quelle Autorità, come il Papa, a cui quello Stato garantisce di andare a visitare i luoghi sacri della sua religione. Cosa che, se non ci fosse lo Stato di Israele, dubito sarebbe possibile.
Pertanto la reazione, rappresaglia, dello Stato di Israele in seguito all'attacco di Hamas è più che giustificata, anche se spropositata. A chi conosce solo la violenza, lo Stato di Israele, risponde con la violenza. Andando cosi a convicere coloro che, anche all'estero, dubitano della sua legittimità ad esistere perchè non conquistata con le armi.
Dell'ultimo viaggio in Palestina ricordo anche un incontro, a Betlemme, con un ragazzo palestinese. Una mattina abbandonai il mio gruppo, che al mio ritorno era impensierito, perchè senza scorta e senza nulla mi fidai di un ragazzo palestinese con cui mi ero dato appuntamento il giorno prima, a prendere un caffè dentro la città. Solo e occidentale, in mezzo ai palestinesi. Ricordo che ero agitato, ma sentivo che era una esperienza che mai più avrei riprovato. Qualche anno dopo ci ripensai quando un mio amico, per ragioni diverse e più alte delle mie ospite in Palestina, venne assassinato una sera mentre rientrava dopo essere stato a prendere una birra con degli amici. Di quell'incontro con questo ragazzo palestinese ricordo che mi volle offrire il caffè, tirando fuori un mazzo di dollari al bar. Si era vestito in giacca e cravatta da occidentale. Ricordo che condividevo le sue rimostranze, il suo legittimo rancore verso gli israeliani, ricordo anche che la mia empatia con il popolo palestinese dopo quell'incontro aumentò. Aumentò soprattutto quando vidi il muro, quando andai nei luoghi bombardati da Israele, quando trascorsi una giornata nella desolata e desolante Gerico, dove la miseria e l'aria si respirano insieme.
E' triste indubbiamente vedere un popolo versare nella miseria più assoluta, e vederne un altro invece nel benessere e nel progresso. E' triste, non dubito. Come è triste che un intero continente, come l'Africa, sia sfruttato dall'Occidente e tenuto in condizioni disumane. Ma come si continua a vivere al sicuro nei nostri Stati occidentali, egoisticamente, senza farci scrupoli, ugualmente si dovrebbe riconoscere ad uno Stato, come quello di Israele, il diritto a difendersi e farlo come ritiene più opportuno. Non chiede altro lo Stato di Israele: che i propri figli siano come quelli italiani, tedeschi e americani; possano dormire sonni tranquilli nello Stato che con il loro lavoro, sacrificio e sudore, magari egoisticamente, i loro padri hanno costruito. E se solo uno di quei figli viene ucciso per le mani di un'organizzazione terroristica che, cosi facendo, mira a distruggere l'intero Stato, perchè carica di odio, bhè ha diritto a reagire e farlo come una bestia che si è disturbata nel sonno. Ha diritto, ad ogni costo, a pretendere che nessuno mai più si azzardi a fare altrettanto con altri. Lo stesso Barack Obama, Presidente eletto degli USA, in questi giorni, con altre parole, ha espresso lo stesso concetto dicendo più o meno: io farei di tutto, ricorrerei ad ogni mezzo, se come Israele vedessi a rischio la mia sicurezza e quella dei miei figli, ciò non toglie che auspico finisca presto questa violenza inaudita.
Anche io spero nel cuore che finisca, una volta per tutte, questo spettacolo indegno del Medioriente. Che Israele, ora che ci ha messo nuovamente le sue mani da leone, debelli veramente una volta per tutte Hamas e qualsiasi forza estremistica nel Paese, e torni a ragionare usando mezzi proporzionati. Anche la mia coscienza sussulta davanti alla bestia umana che sparge sangue a fiumi, ma io oggi, amico del popolo palestinese come dimostra la kefia che ancora tengo vicino al mio letto, io oggi capisco Israele. E come occidentale sarei un'ipocrita se dicessi diversamente. La mia coscienza tende emotivamente dalla parte dei palestinesi, ma la mia ragione mi impone di stare dalla parte di Israele.
Oggi io scrivo in difesa dello Stato d'Israele. Uno Stato che, diamo per certo, ha, per diritto internazionale, legittimità di esistere. Si può contraddire questo, muovendo da diverse concezioni, ma nessuna di queste mi sembra condivisibile. Se una ve ne è di persuasiva questa è indubbiamente quella che muove dall'analisi che mentre tutti gli Stati contemporanei sono nati per processi storici "autonomamente", lo Stato di Israele è nato per accordi e volontà della comunità internazionale. Ma se si condivide l'idea di "forza", espressione allegerita della più antica e datata ma più esatta che è "violenza", allora nulla vi è di scandaloso in questa imposizione. Certo non meno di quella che è sottesa a tutti gli altri Stati. La Repubblica Italiana nasce per l'eroica lotta risorgimentale. Nasce da un atto di guerra da parte del Regno di Piemonte e Sardegna, nei confronti di altri Stati, in ultimo quello Pontificio. Per questo nasce legittimamente, e legittimamente la nostra Repubblica ha preteso di essere riconosciuta anche da quello Stato Pontificio, militarmente sconfitto nella guerra risorgimentale. Lo Stato di Israele, dicono gli anti israeliani (cosa diversa dagli antisemiti) è nato perchè i banchieri ebrei hanno cosi ottenuto corrompendo con i soldi la comunità internazionale e mistificando il dramma dell'Olocausto. Premesso che cosi non è, anche qualora cosi fosse stato, non vedo cosa vi sia di moralmente inferiore rispetto alle tradizionali forme con cui nascono gli altri Stati. Anzi, almeno all'origine, si è risparmiato lo spargimento di sangue. Semmai siamo in presenza del primo miracolo dell'era capitalista. Il discorso si farebbe lungo e non è questo che ora ci interessa.
Sia chiaro e detto in premessa: le migliaia di morti di questi giorni, soprattutto fra i palestinesi, scandalizzano e addolorano immensamente anche me. Addolorano soprattutto me che fra quei palestinesi più volte sono stato, ho parlato e condiviso momenti belli di cui poi dirò. Provo orrore davanti a bombardamenti di cielo o attacchi di terra nei confronti di civili inermi. Leggevo con dolore il bombardamento della scuola di Gaza e le reazioni delle vittime superstiti, tutti studenti palestinesi. Condivido che cosi facendo lo Stato d'Israele non stia reagendo al diretto aggressore, che è Hamas, ma stia facendo male solo alla popolazione e stia rinsaldando l'adesione di questa ad Hamas.
Tutto questo premesso, però, io dissento dalla demonizzazione a cui è soggetto lo Stato di Israele in questi giorni. Demonizzazione anche ad opera di Autorità religiose di altissimo livello come il Pontefice Romano della Chiesa cattolica, erede di altri pontefici che hanno perseguitato nella storia migliaia di ebrei, e che poichè criticato per scelte come la canonizzazione di Pio XII, su cui ho avuto modo di esprimermi, oggi con una desueta chiarezza prende posizioni nette contro questo comportamento.
Lo Stato di Israele si è trovato improvvisamente bombardato, con dei missili ,da Hamas: un gruppo estremista islamico incompatibile con la civiltà. Un gruppo estremista che legittimamente si pretende debba essere estirpato. Un gruppo estremista che anche gli Stati arabi mettono all'angolo, vuoi per interessi economici, vuoi per altro; fatto sta Hamas è un gruppo che neanche nel mondo mussulmano gode di stima. Hamas e Al Qaeda sarebbero la stessa cosa, se la seconda esistesse realmente cosi come ce la presentano. Di fatto però l'Occidente teme Al Qaeda, un'organizzazione dai contorni che sfumano, mentre ignora Hamas, solo perchè concentrata in una regione del mondo, con scopi particolartistici. Personalmente reputo più pericolosa Hamas di Al Qaeda. Anche se Hamas non ce l'ha con me, come invece mi dicono faccia Al Qaeda.
Ora io ricordo sempre con commozione l'ultima volta che andai a Gerusalemme. Durante la guerra con il Libano. Ricordo che, mentre passeggiavo su una collina, vidi due ragazzi, un ragazzo e una ragazza, ebrei, o meglio israeliani, abbracciati guardare il tramonto che anche io guardavo passeggiando. Il paesaggio già mi aveva suggerito quasi una estasi, e pertanto rimasi, a causa anche dello stato d'animo del tutto estasiato, suggestionato anche da questa immagine. In quel momento pensai: cosa hanno di diverso da me, per cui essi sono carnefici se all'improvviso vengono uccisi e la loro comunità reagisce con violenza contro il popolo di cui fanno parte quegli assassini?
Badate: non è la stessa cosa di un criminale qualunque che uccide due persone in Italia. Se quel criminale è un rom, nonostante i rigurgiti fascisti dei nostri politici, non avrebbe alcun senso che la Repubblica Italiana dichiarasse guerra alla Romania. Ma nel caso di un palestinese che uccide un israeliano è diverso. I palestinesi esigono che non esista uno Stato israeliano, perchè essi dicono che esso è un invasore. Allora io mi domando se davanti a questo atto, che assume giocoforza il significato di atto di guerra, con il proprio esercito quello Stato reagisce, dove sta lo scandalo? E' perfettamente in sintonia con la mentalità occidentale, con quelli che sono i capisaldi delle moderne democrazie.
Lo Stato di Israele, rappresenta inoltre, una moderna e compiuta democrazia. Diceva un mio professore che le basi della democrazia sono i soldi. Più soldi girano in una società più salda è la democrazia. Credo avesse ragione. Per questo io non enfatizzo il sistema democratico, mentre il mio professore si. Lo Stato di Israele è indubbiamente uno Stato ricco, per questo vi è solida democrazia. Ricordiamo che quello che da noi si chiama "avviso di garanzia", quando viene mandato da un politico, o ad una carica, israeliana, anche per fatti che saranno tutti da dimostrare, pone questioni rilevanti per tutta la società. Scuote moralmente le istituzioni, come recentemente è accaduto. Lo Stato di Israele ha insegnamenti da vendere. Per l'ordine, la pulizia, la disciplina e la civiltà. Per la coscienza morale dei suoi cittadini. Sia perchè essi sono ricchi, come dicevamo sopra, sia perchè io credo essi più di altri meritano uno Stato e la Democrazia, perchè l'hanno desiderata e la loro cultura è la madre del pensiero liberale e democratico moderno.
Posso testimoniare la loro "meritevolezza" io che sono stato solo per due volte ospite di quello Stato. Lo dovrebbero dire tutte quelle Autorità, come il Papa, a cui quello Stato garantisce di andare a visitare i luoghi sacri della sua religione. Cosa che, se non ci fosse lo Stato di Israele, dubito sarebbe possibile.
Pertanto la reazione, rappresaglia, dello Stato di Israele in seguito all'attacco di Hamas è più che giustificata, anche se spropositata. A chi conosce solo la violenza, lo Stato di Israele, risponde con la violenza. Andando cosi a convicere coloro che, anche all'estero, dubitano della sua legittimità ad esistere perchè non conquistata con le armi.
Dell'ultimo viaggio in Palestina ricordo anche un incontro, a Betlemme, con un ragazzo palestinese. Una mattina abbandonai il mio gruppo, che al mio ritorno era impensierito, perchè senza scorta e senza nulla mi fidai di un ragazzo palestinese con cui mi ero dato appuntamento il giorno prima, a prendere un caffè dentro la città. Solo e occidentale, in mezzo ai palestinesi. Ricordo che ero agitato, ma sentivo che era una esperienza che mai più avrei riprovato. Qualche anno dopo ci ripensai quando un mio amico, per ragioni diverse e più alte delle mie ospite in Palestina, venne assassinato una sera mentre rientrava dopo essere stato a prendere una birra con degli amici. Di quell'incontro con questo ragazzo palestinese ricordo che mi volle offrire il caffè, tirando fuori un mazzo di dollari al bar. Si era vestito in giacca e cravatta da occidentale. Ricordo che condividevo le sue rimostranze, il suo legittimo rancore verso gli israeliani, ricordo anche che la mia empatia con il popolo palestinese dopo quell'incontro aumentò. Aumentò soprattutto quando vidi il muro, quando andai nei luoghi bombardati da Israele, quando trascorsi una giornata nella desolata e desolante Gerico, dove la miseria e l'aria si respirano insieme.
E' triste indubbiamente vedere un popolo versare nella miseria più assoluta, e vederne un altro invece nel benessere e nel progresso. E' triste, non dubito. Come è triste che un intero continente, come l'Africa, sia sfruttato dall'Occidente e tenuto in condizioni disumane. Ma come si continua a vivere al sicuro nei nostri Stati occidentali, egoisticamente, senza farci scrupoli, ugualmente si dovrebbe riconoscere ad uno Stato, come quello di Israele, il diritto a difendersi e farlo come ritiene più opportuno. Non chiede altro lo Stato di Israele: che i propri figli siano come quelli italiani, tedeschi e americani; possano dormire sonni tranquilli nello Stato che con il loro lavoro, sacrificio e sudore, magari egoisticamente, i loro padri hanno costruito. E se solo uno di quei figli viene ucciso per le mani di un'organizzazione terroristica che, cosi facendo, mira a distruggere l'intero Stato, perchè carica di odio, bhè ha diritto a reagire e farlo come una bestia che si è disturbata nel sonno. Ha diritto, ad ogni costo, a pretendere che nessuno mai più si azzardi a fare altrettanto con altri. Lo stesso Barack Obama, Presidente eletto degli USA, in questi giorni, con altre parole, ha espresso lo stesso concetto dicendo più o meno: io farei di tutto, ricorrerei ad ogni mezzo, se come Israele vedessi a rischio la mia sicurezza e quella dei miei figli, ciò non toglie che auspico finisca presto questa violenza inaudita.
Anche io spero nel cuore che finisca, una volta per tutte, questo spettacolo indegno del Medioriente. Che Israele, ora che ci ha messo nuovamente le sue mani da leone, debelli veramente una volta per tutte Hamas e qualsiasi forza estremistica nel Paese, e torni a ragionare usando mezzi proporzionati. Anche la mia coscienza sussulta davanti alla bestia umana che sparge sangue a fiumi, ma io oggi, amico del popolo palestinese come dimostra la kefia che ancora tengo vicino al mio letto, io oggi capisco Israele. E come occidentale sarei un'ipocrita se dicessi diversamente. La mia coscienza tende emotivamente dalla parte dei palestinesi, ma la mia ragione mi impone di stare dalla parte di Israele.